Guida per il personale scolastico: normativa, giurisprudenza e casi pratici sui permessi retribuiti per la donazione di midollo osseo
La donazione di midollo osseo rappresenta un atto di grande altruismo che può salvare vite umane, in particolare quelle dei pazienti affetti da gravi malattie del sangue come leucemie, linfomi e talassemie. Oltre all’aspetto etico e sanitario, è fondamentale che il personale scolastico e le amministrazioni comprendano i diritti del lavoratore-donatore, tutelati da specifiche normative.
Il quadro normativo: una tutela piena e retribuita
La Legge n. 52 del 6 marzo 2001 disciplina la donazione di midollo osseo e integra la normativa precedente in materia, originariamente delineata dalla Legge 4 maggio 1990, n. 107 (abrogata dalla Legge n. 219 del 21 ottobre 2005).
Tale legge garantisce permessi retribuiti ai lavoratori dipendenti – quindi anche al personale scolastico – per l’intero periodo necessario allo svolgimento degli atti medici legati alla donazione, comprendendo:
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Prelievi per l’individuazione dei dati genetici (tipizzazione HLA);
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Accertamenti di compatibilità con pazienti in attesa di trapianto;
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Valutazione dell’idoneità fisica del donatore, come previsto dall’art. 3 della legge n. 107/1990.
Inoltre, sono inclusi nei permessi i giorni di viaggio necessari per raggiungere la struttura sanitaria sede degli accertamenti e/o della donazione.
Modalità operative: cosa deve fare il dipendente scolastico?
Il personale scolastico che intraprende il percorso di donazione deve attenersi alle seguenti linee operative:
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Richiesta di permesso: deve essere presentata con adeguato anticipo, laddove possibile, all’amministrazione scolastica di appartenenza.
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Certificazione obbligatoria: va allegata certificazione medica rilasciata dalla struttura sanitaria incaricata del prelievo. Questa deve indicare:
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le giornate di degenza previste per il prelievo;
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i giorni di recupero post-donazione, valutati necessari dal team medico;
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la sede in cui avviene il trattamento.
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Nota bene: Non è ammessa autocertificazione. L’amministrazione può rifiutare il permesso in assenza della documentazione idonea.
Approfondimento giuridico: equiparazione al ricovero ospedaliero
La giurisprudenza, seppur limitata sul tema specifico della donazione di midollo osseo, ha in più occasioni ribadito un principio chiave: i permessi retribuiti concessi per motivi sanitari, come la donazione, rientrano nel più ampio diritto alla tutela della salute sancito dall’art. 32 della Costituzione.
Nel pubblico impiego, e in particolare nel settore scolastico, i permessi sono assimilabili a quelli previsti per ricoveri ospedalieri, come da prassi interpretativa consolidata.
Caso esemplare:
Una docente di scuola secondaria si è sottoposta a prelievo midollare in un centro trapianti di un’altra regione. L’amministrazione scolastica ha riconosciuto 10 giorni di permesso retribuito, di cui 2 per i viaggi, 3 per la degenza, e 5 per la convalescenza. La certificazione medica allegata è stata ritenuta sufficiente e vincolante.
Ruolo del dirigente scolastico e dell’amministrazione
Il dirigente scolastico, in quanto datore di lavoro pubblico, non può ostacolare il diritto alla donazione. Ha invece il dovere di:
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Verificare la correttezza formale della documentazione ricevuta;
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Autorizzare il permesso per il periodo certificato;
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Garantire la sostituzione del dipendente, nel rispetto dell’organizzazione didattica.
Non vi è alcun margine per richieste di rientro anticipato o compressione del periodo di assenza, se la documentazione medica certifica un certo numero di giorni per il recupero.