Contributo diretto o decontribuzione: ecco cosa cambia e a chi spetta

Chi può ricevere il Bonus

La nuova versione del bonus è destinata alle lavoratrici madri con almeno due figli, purché il più piccolo non abbia ancora compiuto 10 anni. Resta invariato il limite massimo di ISEE pari a 40.000 euro.

Il beneficio si sdoppia a seconda della tipologia contrattuale:

Lavoratrici a tempo determinato:

  • Riceveranno un contributo netto di 480 euro, erogato in un’unica soluzione a dicembre 2025;

 

Lavoratrici a tempo indeterminato:

  • Continueranno a beneficiare dell’esonero contributivo (decontribuzione) fino a un massimo di 3.000 euro l’anno, confermato fino al 31 dicembre 2025.

Restano escluse dal beneficio

  • Le lavoratrici impiegate nei rapporti di lavoro domestico, come colf e badanti, che anche in precedenza non potevano accedere all’agevolazione.

Come funziona il contributo da 480 euro

La misura diretta, prevista per le madri con contratti a termine, equivale a 40 euro al mese per 12 mesi, ma non sarà accreditata mensilmente: verrà versata in un’unica soluzione a dicembre 2025, con importo esente da contributi e tasse.

Come dichiarato dalla ministra del Lavoro Marina Calderone:

“Sarà un incremento netto, perché la somma è totalmente esente dal prelievo previdenziale e contributivo”.

Il contributo sarà finanziato da un fondo complessivo di 480 milioni di euro, incrementato con ulteriori 180 milioni rispetto ai 300 inizialmente previsti nella Legge di Bilancio 2025.

La nuova procedura: domanda all’INPS, non più al datore di lavoro

Un altro cambiamento rilevante riguarda le modalità di richiesta del beneficio. Se fino ad oggi era necessario comunicare l’intenzione di usufruire del bonus al datore di lavoro, dal 2025 la domanda dovrà essere presentata all’INPS, attraverso i consueti canali telematici (SPID, CIE o CNS).

Si attende a breve una circolare operativa dell’INPS che definirà in modo puntuale:

  • I tempi di apertura e chiusura della finestra per le domande;
  • la documentazione da allegare;
  • le modalità di verifica dei requisiti ISEE e familiari.

Docenti e ATA: cosa succede nella scuola

Anche il personale della scuola è coinvolto da questa misura. In particolare, docenti e ATA madri di almeno due figli, di cui il più piccolo sotto i 10 anni, potranno accedere al Bonus Mamme alle stesse condizioni delle altre lavoratrici, ma con una distinzione netta in base al tipo di contratto:

  • Le supplenti con contratto a tempo determinato (annuali o fino al termine delle lezioni) riceveranno il contributo da 480 euro a dicembre, se in possesso dei requisiti anagrafici e reddituali;
  • Le lavoratrici con contratto a tempo indeterminato, invece, continueranno a godere dell’esonero contributivo fino a 3.000 euro annui già previsto nel 2024.

È importante sottolineare che, anche per il comparto scuola, la domanda andrà presentata direttamente all’INPS e non tramite la segreteria scolastica.

Per quanto riguarda le supplenze brevi e saltuarie, al momento non è ancora chiaro se tali contratti daranno diritto al bonus:

  • Sarà necessario attendere i chiarimenti INPS, che dovranno specificare eventuali requisiti minimi di durata contrattuale.

In attesa della circolare INPS, è consigliabile verificare il proprio ISEE aggiornato, valutare la durata del proprio contratto e prepararsi per la procedura di richiesta.

Il Bonus Mamme 2025, pur non privo di limiti, segna un passo in avanti verso un welfare familiare più inclusivo, soprattutto per chi vive la doppia fragilità della maternità e del lavoro precario.

Per aggiornamenti ufficiali, consulta regolarmente il sito INPS e segui InfoScuola24.it per approfondimenti mirati al personale scolastico.

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