Il MIM ha prorogato il termine per rinunciare al riconoscimento del titolo estero sul sostegno, necessario per poter accedere ai percorsi INDIRE
Una proroga necessaria per tempi ancora incerti
L’articolo 7 del DL 71/2024 ha introdotto, per i docenti con titolo di sostegno conseguito all’estero e ancora in attesa di riconoscimento, un percorso di specializzazione da svolgersi interamente in Italia. Una novità che ha acceso l’attenzione di migliaia di insegnanti, molti dei quali inseriti nelle GPS o già impegnati in supplenze annuali sul sostegno. Il Ministero aveva inizialmente fissato al 25 giugno 2025 il termine ultimo per la rinuncia alla procedura di riconoscimento del titolo estero, lasciando però i docenti di fronte a un bivio, senza certezze su tempi e modalità dei nuovi corsi.
A fronte di questa situazione, e dopo numerose segnalazioni provenienti da parte degli interessati e dei rappresentanti istituzionali, il MIM ha annunciato con l’Avviso n. 26269 del 20 giugno 2025 una proroga del termine fino al 21 luglio. Una decisione che – come ha spiegato Mario Pittoni, già presidente della Commissione Cultura del Senato e attuale responsabile Istruzione della Lega – risponde all’esigenza di «garantire maggiore serenità agli aspiranti specializzandi», permettendo loro di compiere scelte consapevoli solo dopo la pubblicazione degli avvisi da parte di INDIRE e degli atenei.
Chi riguarda la misura e quali sono le implicazioni
Secondo le stime fornite in sede tecnica, sono circa 10.000 i docenti interessati dalla possibilità di rinunciare alla richiesta di riconoscimento per accedere ai corsi INDIRE. Si tratta in prevalenza di insegnanti che hanno completato la propria formazione in Romania, Spagna, Bulgaria e altri Paesi dell’Unione Europea, e che – nonostante i lunghi tempi di attesa – non hanno ancora ricevuto un riscontro definitivo dal Ministero. In assenza della proroga, molti avrebbero dovuto decidere senza conoscere l’offerta formativa effettiva, rischiando di perdere entrambe le opportunità.
Con la nuova scadenza al 21 luglio, i docenti avranno dunque alcune settimane in più per riflettere.
La procedura resta invariata: la rinuncia dovrà essere presentata attraverso lo stesso canale con cui era stata inviata la domanda originaria (via PEC, tramite piattaforma ministeriale o con modalità cartacea). Non cambia neppure l’obbligo di allegare documento d’identità e dichiarazione firmata, né la formula da indicare nell’oggetto della comunicazione.
Importante sottolineare che la rinuncia non comporta la cancellazione dalle GPS né pregiudica eventuali incarichi in corso. La posizione in GPS resta valida, con riserva, fino al conseguimento della nuova specializzazione in Italia. Un chiarimento essenziale, che evita il rischio di penalizzazioni a carico di chi è già in servizio o in attesa di nomina per il prossimo anno scolastico.
Prossimi passaggi: quando partiranno i corsi
Il Ministero, in parallelo, ha assicurato che entro la fine di giugno saranno pubblicati gli avvisi per l’attivazione dei corsi a cura di INDIRE e delle università accreditate. L’obiettivo è avviare le attività didattiche già nel mese di settembre, in modalità blended (ossia con una parte online e una parte in presenza), così da garantire la conclusione del percorso in tempo utile per l’accesso alle GPS 2026/27.
Il decreto attuativo in fase di definizione stabilirà le caratteristiche dettagliate dei corsi:
- numero di ore,
- articolazione tra lezioni teoriche,
- laboratori e tirocinio,
- costi di iscrizione e modalità di valutazione finale.
A oggi, le prime anticipazioni parlano di circa 6.000 posti disponibili su scala nazionale, ma i sindacati temono che il fabbisogno reale sia molto più alto, vista l’ampiezza della platea coinvolta.
Le immagini presenti su questo sito sono tutte libere da copyright o generate con tecnologia AI