I docenti precari o di ruolo possono ora fare ricorso per ottenere il bonus della Carta del docente
Il ricorso è riservato a chi ha avuto contratti annuali a partire dal 2020/21 ed è oggi immesso in ruolo.
Carta del docente: anche i precari possono fare ricorso
Il bonus di 500 euro annui previsto dalla “Carta del docente” è stato per anni riservato ai soli insegnanti di ruolo. Tuttavia, diverse sentenze della Corte di Cassazione e della giustizia amministrativa hanno stabilito il principio di non discriminazione tra docenti a tempo determinato e indeterminato. È in questo contesto che nasce l’azione legale.
Chi può partecipare al ricorso
La possibilità di fare ricorso è estesa a tutti i docenti precari che, negli anni scolastici dal 2020/2021 in poi, abbiano avuto contratti a tempo determinato.
Tuttavia, chi è oggi entrato in ruolo può anche rivendicare l’arco temporale precedente all’immissione, quindi la documentazione deve includere sia i contratti da precario, sia — eventualmente — quello di immissione in ruolo.
Documenti richiesti per partecipare
Per avviare il ricorso è necessario inviare la seguente documentazione:
- Copia del documento d’identità;
- Procura alle liti
- informativa privacy;
- Copia dei contratti annuali a tempo determinato (dal 2020/21 al 2024/25);
- Contratto di immissione in ruolo (se già assunto a tempo indeterminato).
Modalità di invio della documentazione
- I documenti devono essere inviati in formato PDF, scansionati con uno scanner (no foto da cellulare)
- nominati correttamente
- allegati singolarmente alla mail.
Non sono ammessi formati JPG o fotografie dei documenti.
Le e-mail vanno inviate a:
Ricorso GRATUITO per i soli iscritti UIL Scuola
L’azione legale gratuita è riservata agli iscritti alla UIL Scuola e a chi intende iscriversi anche successivamente, al momento dell’adesione al ricorso.
È un’opportunità importante per recuperare tutti i bonus negati negli anni precedenti, sulla base del principio di parità di trattamento sancito dalla normativa europea (Direttiva 1999/70/CE) e recepito anche dalla recente giurisprudenza nazionale.
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