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La Commissione europea ha accettato di ripristinare la figura dell’“idoneo” nei concorsi scolastici, dopo anni di trattative con il Governo italiano.

Una battaglia lunga tre anni

La questione della gestione del precariato scolastico è stata uno dei nodi più delicati del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). L’originaria intesa tra Bruxelles e il precedente esecutivo M5s-Pd prevedeva concorsi annuali senza graduatorie di merito: chi non risultava vincitore avrebbe dovuto ripartire da capo, senza alcun riconoscimento del percorso fatto.

In pratica, i docenti precari si sarebbero trovati costretti a sostenere ogni anno mesi di preparazione per tentare di rientrare tra i vincitori, con un sistema altamente selettivo e privo di continuità.

Il ritorno della graduatoria degli “idonei”

Secondo Pittoni, dopo tre anni di trattative con la task force PNRR della Commissione europea, è stata riconquistata la possibilità di mantenere le graduatorie di merito e quindi la figura del docente idoneo. Questo significa che chi supera il concorso, pur non rientrando nei posti messi a bando, potrà essere inserito in graduatoria e avere concrete possibilità di assunzione negli anni successivi, senza dover ripetere da zero la procedura.

La Commissione – come si legge nel documento dell’Europe Direct Contact Centre citato dalla stampa specializzata – continuerà a monitorare l’attuazione delle misure concordate con l’Italia, garantendo che siano conformi al quadro normativo del PNRR.

Le ricadute per i precari

La novità non è secondaria: parliamo di una platea stimata in oltre 200 mila docenti precari che ogni anno partecipano ai concorsi e alle procedure di reclutamento. Il ritorno della graduatoria di idonei riduce la precarietà e permette di programmare in modo più stabile il percorso verso l’immissione in ruolo.

Resta però da chiarire in che tempi e con quali modalità il Ministero dell’Istruzione e del Merito recepirà questo indirizzo, trasformandolo in norme operative.

Il quadro normativo

Il tema si intreccia con le norme del Decreto PNRR 2 (DL 36/2022, convertito in Legge 79/2022) che aveva ridisegnato il sistema di formazione e reclutamento dei docenti. Ora, con l’apertura dell’UE, si apre la strada a possibili modifiche legislative che permettano di stabilizzare i precari attraverso graduatorie di merito più inclusive.

Un processo ancora aperto

Pittoni sottolinea che la trattativa con Bruxelles “non è ancora finita” e che saranno necessari ulteriori passaggi tecnici e normativi. La questione resta al centro del dibattito politico e sindacale, con i sindacati della scuola che chiedono da tempo una riforma strutturale del reclutamento, capace di coniugare merito e continuità didattica.

👉 Per i docenti precari questa può rappresentare una svolta significativa, ma solo i prossimi provvedimenti legislativi chiariranno come e quando la figura dell’“idoneo” tornerà a essere una garanzia reale di stabilizzazione.


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