il Ministero dell’Istruzione prorogare i contratti a tempo determinato del personale ATA

Con la nota ministeriale n. 119043 del 23 maggio 2025, il Ministero dell’Istruzione ha autorizzato la possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato del personale ATA oltre il 30 giugno. Le proroghe, valide su tutto il territorio nazionale, potranno essere attivate solo in presenza di reali necessità, con richiesta motivata da parte dei dirigenti scolastici e autorizzazione da parte degli Uffici Scolastici Regionali.

Un’estensione attesa per garantire continuità

Come ogni anno, con l’approssimarsi della fine di giugno, si ripropone il tema della proroga dei contratti per il personale ATA. Questi contratti, solitamente fissati con scadenza al 30 giugno, rischiano di interrompersi proprio quando le scuole entrano in una fase delicata di attività organizzative e amministrative estive. Per far fronte a queste esigenze, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha emanato la nota n. 119043 in data 23 maggio 2025, con cui si consente alle istituzioni scolastiche di richiedere il prolungamento degli incarichi fino al 31 agosto. Si tratta di una misura importante per garantire la continuità dei servizi e per evitare che le scuole si trovino prive del personale necessario durante un periodo operativo cruciale.

Cosa sono le proroghe e perché servono

La proroga del contratto di supplenza non rappresenta un rinnovo automatico, ma una possibilità concessa solo in presenza di condizioni ben precise. Si tratta di un’estensione del contratto a tempo determinato, prevista dal decreto ministeriale n. 430 del 13 dicembre 2000, richiamato anche dalla recente nota. L’obiettivo è quello di assicurare il regolare funzionamento delle attività scolastiche in situazioni in cui il personale di ruolo o supplente annuale non sia sufficiente a coprire tutte le necessità. Le circostanze che possono giustificare una proroga sono molteplici. Tra queste rientrano, ad esempio, la gestione degli esami di Stato, che richiedono supporto organizzativo da parte del personale ATA, e le operazioni legate al recupero dei debiti formativi nelle scuole secondarie, spesso concentrate nei mesi estivi. Ulteriori motivazioni possono includere l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto, in particolare per la verifica delle CIAD (La Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale), e lo svolgimento di procedure concorsuali ancora in corso. Infine, ogni altra situazione eccezionale che metta a rischio il regolare svolgimento delle attività d’istituto può essere ritenuta valida per attivare la richiesta di proroga.

Come funziona la richiesta: il ruolo di dirigenti scolastici e USR

Il procedimento per ottenere una proroga richiede una precisa documentazione da parte delle scuole. Spetta ai dirigenti scolastici individuare l’effettiva necessità di mantenere in servizio il personale ATA oltre il 30 giugno e predisporre una richiesta dettagliata, indicando le ragioni concrete che rendono indispensabile tale estensione. Questa richiesta deve poi essere trasmessa tempestivamente agli Uffici Scolastici Regionali (USR) di competenza, che avranno il compito di esaminare le motivazioni e, in caso di esito favorevole, rilasciare l’autorizzazione formale. L’autorizzazione non solo legittima la proroga contrattuale, ma consente anche l’inserimento dei nuovi termini all’interno delle piattaforme informatiche ministeriali, rendendo operativa l’estensione del rapporto di lavoro. La nota ministeriale del 23 maggio 2025 richiama inoltre precedenti disposizioni, tra cui la nota prot. n. 8556 del 2009 e la più recente prot. n. 74742 del 2024, che negli anni hanno delineato con coerenza il quadro normativo di riferimento per queste situazioni.

Impatto sul funzionamento scolastico e sul personale

La possibilità di prorogare i contratti non rappresenta solo una risposta amministrativa, ma ha un impatto concreto sul funzionamento quotidiano delle scuole. In estate, infatti, gli istituti sono coinvolti in attività che richiedono la presenza di personale ATA competente e disponibile. Dalle operazioni conclusive dell’anno scolastico alla pianificazione dell’avvio di quello nuovo, passando per gli esami di recupero, la gestione degli organici e la manutenzione degli edifici, il contributo del personale ATA si rivela essenziale. Allo stesso tempo, questa misura offre al personale interessato la possibilità di proseguire l’attività lavorativa per altri due mesi, garantendo una maggiore stabilità economica e professionale.

Una misura temporanea che solleva problemi strutturali

Nonostante la nota ministeriale rappresenti un passo importante per il funzionamento del sistema scolastico, non si può ignorare il fatto che si tratti di una soluzione temporanea a un problema strutturale. Ogni anno, infatti, ci si trova a gestire in emergenza la carenza di personale durante il periodo estivo. Il ricorso alle proroghe, pur essendo uno strumento legittimo e utile, mette in evidenza una gestione ancora troppo precaria del personale ATA. Una possibile soluzione a lungo termine potrebbe consistere in una programmazione più stabile delle risorse umane, con contratti che prevedano sin dall’inizio la copertura dell’intero anno scolastico, oppure con un’organizzazione più fluida delle attività estive. Questo permetterebbe non solo di valorizzare il lavoro del personale ATA, ma anche di assicurare continuità e qualità nei servizi offerti dalle scuole italiane.

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