La Legge di Bilancio 2025 introduce il taglio del cuneo: bonus fino a 20.000 euro di reddito e una detrazione aggiuntiva tra i 20.001 e i 40.000 euro.
Il nuovo taglio del cuneo fiscale
Tra le novità più attese della Legge di Bilancio 2025, approvata con la legge n. 207/2024, spicca il cosiddetto taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti. Questa misura riguarda direttamente anche il personale della scuola, compresi docenti e ATA, che vedranno un aumento netto dello stipendio grazie alla riduzione dell’imposizione fiscale.
L’obiettivo è chiaro: alleggerire il carico contributivo e aumentare il potere d’acquisto degli statali.
Ma come funziona esattamente questa misura? Chi ne ha diritto? E come si applica sul cedolino?
In questo articolo analizziamo punto per punto le informazioni diffuse dal sistema NoiPA, il portale che gestisce gli stipendi dei dipendenti pubblici.
Le due componenti del taglio del cuneo fiscale
Il provvedimento prevede due strumenti principali:
- Un bonus fiscale per chi percepisce un reddito annuo complessivo fino a 20.000 euro
- Un’ulteriore detrazione per chi guadagna tra 20.001 e 40.000 euro
Bonus fiscale fino a 20.000 euro: ecco come si calcola
Per redditi fino a 20.000 euro, l’importo del bonus varia in base all’ammontare del reddito:
- Fino a 8.500 euro: 7,1% del reddito
- Da 8.501 a 15.000 euro: 5,3%
- Da 15.001 a 20.000 euro: 4,8%
Questo bonus non concorre alla formazione del reddito imponibile e viene erogato direttamente in busta paga.
Detrazione aggiuntiva tra 20.001 e 40.000 euro
Chi supera i 20.000 euro ma non raggiunge i 40.000 può comunque beneficiare di una detrazione aggiuntiva:
- Redditi tra 20.001 e 32.000 euro: detrazione fissa di 1.000 euro
- Oltre i 32.000 euro: la detrazione diminuisce progressivamente fino a zero
La formula utilizzata è precisa:
1.000 × [(40.000 – reddito complessivo) / 8.000]
Ecco esempi pratici di quanto riceveranno i lavoratori della scuola (docenti e ATA) con redditi annui di:
- 15.000 euro
- 20.000 euro
- 40.000 euro
in base alle disposizioni del taglio del cuneo fiscale previsto dalla Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024).
🧮 Esempio 1: Reddito annuo di 15.000 euro
Chi ha diritto?
Lavoratore dipendente con reddito complessivo fino a 15.000 euro.
Bonus spettante:
Il bonus è calcolato in percentuale sul reddito, come segue:
- Fino a 8.500 euro → 7,1%
- Da 8.501 a 15.000 euro → 5,3%
Calcolo:
- Prima fascia: 8.500 × 7,1% = 603,50 euro
- Seconda fascia: (15.000 – 8.500) = 6.500 × 5,3% = 344,50 euro
- Totale bonus: 603,50 + 344,50 = 948 euro all’anno
In busta paga (mensile):
- 948 ÷ 12 mesi ≈ 79 euro al mese
- Se si include la tredicesima: 948 ÷ 13 mensilità ≈ 73 euro al mese
✅ Nel cedolino di giugno comparirà una voce con codice E11 per un totale arretrato da gennaio a maggio.
💰 Esempio 2: Reddito annuo di 20.000 euro
Chi ha diritto?
Lavoratore dipendente con reddito fino a 20.000 euro.
Bonus spettante:
- Fino a 8.500 euro → 7,1%
- Da 8.501 a 15.000 euro → 5,3%
- Da 15.001 a 20.000 euro → 4,8%
Calcolo:
- Prima fascia: 8.500 × 7,1% = 603,50 euro
- Seconda fascia: (15.000 – 8.500) = 6.500 × 5,3% = 344,50 euro
- Terza fascia: (20.000 – 15.000) = 5.000 × 4,8% = 240 euro
- Totale bonus: 603,50 + 344,50 + 240 = 1.188 euro all’anno
In busta paga:
- 1.188 ÷ 12 = 99 euro al mese
- Con tredicesima: circa 91 euro al mese
✅ Il beneficio sarà visibile nel cedolino con codice E11. Non spetta l’ulteriore detrazione.
📉 Esempio 3: Reddito annuo di 40.000 euro
Chi ha diritto?
Lavoratore dipendente con reddito tra 20.001 e 40.000 euro.
Detrazione aggiuntiva:
La detrazione è progressivamente ridotta fino ad azzerarsi completamente a 40.000 euro.
Formula:
Detrazione = 1.000 × [(40.000 – reddito complessivo) / 8.000]
Con reddito di 40.000 euro, il risultato è:
1.000 × [(40.000 – 40.000) / 8.000] = 0 euro
❌ Non spetta alcuna detrazione.
Ma attenzione: se hai un reddito inferiore a 40.000 euro, ecco come funziona.
🔁 Esempio intermedio: Reddito di 36.000 euro
Applicando la formula:
1.000 × [(40.000 – 36.000) / 8.000] = 1.000 × (4.000 / 8.000) = 500 euro all’anno
In busta paga:
- 500 ÷ 12 ≈ 41,66 euro al mese
- Con tredicesima: circa 38,50 euro al mese
✅ La voce nel cedolino sarà identificata dal codice E12.
Come NoiPA calcola il reddito e chi ha diritto al beneficio
Il sistema automatizzato di NoiPA tiene conto di diversi parametri per stabilire chi ha diritto ai benefici:
- Redditi percepiti fino a quel momento nell’anno
- Proiezione delle mensilità residue (inclusa la tredicesima)
- Dati della Certificazione Unica 2024
- Eventuali redditi forzati dichiarati precedentemente
Questa proiezione consente di valutare anticipatamente la posizione reddituale del lavoratore e applicare il beneficio in modo preciso.
Rinuncia al beneficio: quando conviene farla
Sebbene l’applicazione sia automatica, il lavoratore può decidere di rinunciare al beneficio qualora preveda di superare le soglie di reddito durante l’anno. Questo permette di evitare eventuali restituzioni in sede di conguaglio fiscale o di dichiarazione dei redditi.
Come si fa a rinunciare
La procedura è semplice e avviene online:
- Accedere all’Area riservata del portale NoiPA
- Selezionare la voce “Gestione benefici fiscali” nell’ambito “Stipendiali”
- Utilizzare il self-service dedicato
La rinuncia deve essere effettuata entro il 25 maggio 2025 per avere effetto retroattivo sulle mensilità gennaio-maggio. Oltre quella data, scatterà dal mese successivo.
Cosa succede dopo la rinuncia
In caso di rinuncia, le somme già percepite saranno recuperate in sede di conguaglio fiscale. La decisione di rinunciare ha effetto per l’intero anno solare, ma è sempre possibile revocarla in qualsiasi momento tramite lo stesso portale.
Una boccata d’ossigeno per i lavoratori della scuola
Il taglio del cuneo fiscale introdotto con la Legge di Bilancio 2025 rappresenta una novità significativa. Se da un lato offre un concreto vantaggio economico immediato a migliaia di docenti e collaboratori scolastici, dall’altro richiede una certa attenzione nella lettura del cedolino e nella gestione dei benefici.
Chi ha redditi complessi o prevede di superare le soglie massime dovrà valutare con cura se rinunciare al bonus per evitare problemi futuri. Per tutti gli altri, invece, si tratta di un piccolo ma importante passo verso una maggiore valorizzazione del lavoro nella scuola pubblica italiana.
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