Riceviamo e pubblichiamo

Luci ed ombre su un concorso falsato.

Nel mondo della scuola si parla spesso di merito, equità, imparzialità.

Parole nobili, scolpite nei codici e nei comunicati ufficiali, ma che nel concreto sembrano adattarsi come un vestito su misura… per qualcuno.

È il caso dell’ultima ordinanza cautelare del TAR Campania, che ha riscritto le regole del gioco per alcuni candidati al concorso per dirigenti scolastici, concedendo il rifacimento della prova scritta esclusivamente a tre candidati con disabilità.

Una giustizia apparente

Una decisione che, almeno in apparenza, ha il sapore della giustizia. Del resto, chi può obiettare quando si tratta di tutelare i diritti delle persone fragili?

Eppure, in questa storia che ha del kafkiano, la nobile equità si colora di una tinta sospettosamente selettiva. Dei tre candidati che hanno rifatto la prova, ben due sono stati promossi. Uno di loro, in particolare, risulta avere una confidenza con ambienti istituzionali rilevanti.

Coincidenze?

Ma siamo certi che si tratti solo di una coincidenza – anzi, di una di quelle combinazioni fortuite che alimentano la fiducia popolare nella giustizia amministrativa.

E qui viene il bello: la Commissione ha corretto le nuove prove con la “proverbiale imparzialità” che da sempre contraddistingue le selezioni pubbliche italiane.

Nessun dubbio, nessun sospetto. Ma nessuna trasparenza effettiva. Ma è un dettaglio.

Il risultato? Una promozione quasi matematica,mentre decine (anzi, centinaia) di altri candidati, magari penalizzati da situazioni oggettive e documentate, sono stati lasciati fuori dalla porta.

Nessuna nuova chance per loro: l’equità non è per tutti, ma solo per chi ha la chiave giusta.

Articolo 3, solo per pochi?

Sembra quasi che l’accesso all’articolo 3 della Costituzione — quello sull’uguaglianza sostanziale — sia riservato a chi conosce bene la moglie giusta, l’amico giusto, il giudice giusto. Ma tranquilli: tutto è avvenuto nel pieno rispetto delle norme. Almeno di quelle scritte tra le righe.

Mentre il concorso va avanti…

Nel frattempo, il concorso prosegue, tra ricorsi, verbali lacunosi, violazioni di anonimato e silenzi strategici. Ma non c’è da preoccuparsi: le istituzioni vigilano. O meglio, chi dovrebbe vigilare è impegnato a firmare decreti e a garantire che tutto appaia regolare, almeno in superficie.

Belle parole, amara realtà

Trasparenza, legalità, imparzialità.

Tre parole che suonano bene nei documenti ufficiali. Molto meno bene quando si trasformano in una barzelletta per chi ancora crede nella pubblica amministrazione come strumento di giustizia, e non di selezione a chiamata.

Una speranza da… perdere?

E allora, per chi si avventura nel meraviglioso “vortice” dei ricorsi amministrativi – tra carta bollata, attese interminabili e promesse di giustizia – l’unica speranza da coltivare resta quella di… perderla del tutto?

Movimento ordinaristi concorso dirigenti scolastici 2023

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