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Il fondatore di Scuola Bene Comune ci racconta tutte le le novità del Decreto Scuola: bonus rideterminato, nuovi acquisti ammessi e attese fino a gennaio.
“Carta del Docente, non prima di gennaio”: intervista a Libero Tassella
Libero Tassella, fondatore di Scuola Bene Comune (SBC) — gruppo social attivo da anni nel promuovere la consapevolezza professionale di docenti, personale ATA e dirigenti scolastici — analizza per InfoScuola24 le novità della Carta del Docente 2025/26.
Lo strumento, introdotto dieci anni fa con la Legge 107 del 2015 per finanziare la formazione dei docenti di ruolo, oggi cambia volto: più beneficiari, nuove regole di spesa e tempi di attivazione più lunghi.
Professor Tassella, perché i docenti dovranno attendere gennaio per ricevere il bonus?
«La Carta del Docente non arriverà prima di gennaio 2026 perché il Ministero deve prima determinare quanti sono gli aventi diritto.
I supplenti annuali vengono nominati dagli Uffici territoriali fino al 31 dicembre 2025, e solo dopo quella data sarà possibile calcolare la platea complessiva.
A quel punto un decreto interministeriale — firmato da Ministero dell’Istruzione e del Merito e Ministero dell’Economia e delle Finanze — rideterminerà l’entità della Carta per il 2025/26. Fino ad allora, la piattaforma resterà ferma.»
Chi ha diritto alla Carta nel nuovo anno scolastico?
«In origine ne beneficiavano solo i docenti di ruolo. Lo scorso anno, con il Decreto Scuola, è stata estesa ai supplenti con contratto al 31 agosto, e da quest’anno anche a quelli con contratto al 30 giugno.
Restano esclusi i supplenti brevi e saltuari, ma si tratta comunque di un ampliamento significativo della platea.
Naturalmente questo implica una revisione dell’importo complessivo, perché le risorse non sono aumentate.»
L’importo sarà ancora di 500 euro?
«Non necessariamente. L’importo di 500 euro era previsto per un numero limitato di docenti di ruolo. Ora che la platea cresce, l’ammontare dovrà essere rideterminato annualmente.
È possibile che per il 2025/26 la cifra scenda, perché le risorse del fondo restano le stesse. Il decreto interministeriale chiarirà a quanto ammonterà il nuovo bonus.»
Il Decreto Scuola ha introdotto anche nuove possibilità di spesa. Cosa cambia concretamente?
«Sì, e purtroppo pochi colleghi lo sanno. Dal 2025/26, come stabilito dal Decreto Scuola 45/2025, la Carta potrà essere utilizzata anche per alcune spese nuove e importanti:
Acquisto di materiale informatico, ma solo una volta ogni quattro anni (per evitare abusi e favorire un uso responsabile delle risorse);
Spese per trasporti e mobilità legate ad attività di formazione, corsi o aggiornamenti fuori sede;
Ingressi a mostre, eventi culturali, musei e abbonamenti digitali utili alla didattica.
Queste novità ampliano l’utilizzo della Carta in alcuni casi, anche se con alcune storture tipo permettere l’acquisto di un computer ogni quattro anni può sembrare utile, ma sposta l’attenzione dal contenuto formativo alla mera spesa materiale. Tuttavia, molti non ne sono informati: servirebbe una campagna ufficiale del Ministero per chiarire cosa si può effettivamente acquistare.»
Molti insegnanti considerano la Carta un diritto acquisito. Lei come la interpreta oggi?
«È un riconoscimento importante, ma non va mitizzato. La Carta non è un premio, né un’integrazione stipendiale: è uno strumento per la formazione continua.
Tuttavia, quando si riduce l’importo o si ritarda l’erogazione, si manda un messaggio sbagliato.
I docenti italiani sono già tra i meno pagati in Europa: limitare la Carta o renderla incerta significa svalutare ulteriormente la loro professionalità.»
Negli anni si è parlato anche di abusi. È un fenomeno reale?
«Purtroppo sì. Alcuni esercizi commerciali hanno consentito acquisti non ammessi, come smartphone personali o beni non didattici.
Credo sia necessario che la Guardia di Finanza vigili di più e che il Ministero chiarisca meglio le categorie di spesa, per tutelare i docenti onesti e garantire trasparenza.»
Cosa consiglia ai docenti nell’attesa della riattivazione della piattaforma?
«Prima di tutto, di non farsi prendere dall’ansia: la piattaforma cartadeldocente.istruzione.it sarà riaperta solo dopo il decreto attuativo.
Chi ha già effettuato spese legate alla formazione o alla didattica può conservarne la documentazione, ma non generare buoni fino a nuovo avviso.
Il consiglio è anche di seguire gli aggiornamenti sindacali, perché potrebbero esserci chiarimenti sulle tempistiche precise a ridosso di gennaio.»
In prospettiva, come valuta il futuro della Carta del Docente?
«La Carta è uno strumento utile, ma va riformata. Se continua a essere percepita come un “bonus di consolazione”, rischia di perdere valore.
Servirebbe un sistema stabile di formazione finanziata e permanente, non una misura a singhiozzo che ogni anno viene ridiscussa.
A gennaio capiremo se il Ministero avrà la volontà politica e organizzativa di garantire tempi certi e importi equi per tutti.»
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