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Dal 1° gennaio 2026 cambiano i permessi 104: 10 ore retribuite in più, congedi confermati e priorità nello smart working per docenti e ATA.
Dieci ore aggiuntive di permesso retribuito
La novità più significativa è l’introduzione di 10 ore aggiuntive annue di permesso retribuito, che si sommano ai tre giorni mensili previsti dall’articolo 33 della Legge 104/1992.
Si tratta di ore pensate per coprire i tempi dedicati a:
- visite mediche e specialistiche;
- esami diagnostici e strumentali;
- analisi cliniche e terapie ricorrenti.
Queste ore avranno copertura contributiva figurativa e potranno essere richieste a ore o in frazioni di giornata, con le stesse modalità dei permessi già previsti dal CCNL Scuola.
Chi potrà beneficiarne
Potranno usufruire delle nuove ore di permesso:
- i lavoratori affetti da malattie oncologiche in fase attiva o di follow-up precoce;
- chi presenta patologie croniche o invalidanti, anche rare, con invalidità pari o superiore al 74%;
- i genitori di figli minorenni nelle medesime condizioni.
Nel comparto scuola, rientrano tra i beneficiari docenti e ATA a tempo indeterminato e determinato, purché già titolari dei benefici della Legge 104.
- Nel settore privato, l’indennità è anticipata dal datore di lavoro e recuperata tramite INPS;
- nel pubblico impiego – scuola compresa – viene invece liquidata direttamente dall’amministrazione.
Nessuna riduzione di anzianità o stipendio
Le nuove ore di permesso non incidono sulla retribuzione, sugli scatti di anzianità né sulla maturazione delle ferie.
Anche nel comparto istruzione, i giorni e le ore 104 sono considerati servizio effettivo a tutti gli effetti, in base all’art. 45 del CCNL Istruzione e Ricerca 2019/2021.
Il personale interessato dovrà semplicemente allegare la documentazione sanitaria o l’autorizzazione già riconosciuta ai sensi della legge.
Congedo straordinario: resta il limite dei 24 mesi complessivi
Resta confermato il diritto al congedo straordinario retribuito fino a 24 mesi complessivi per assistere un familiare con disabilità grave.
Tuttavia, la riforma chiarisce alcuni aspetti:
- il periodo non è coperto automaticamente da contribuzione figurativa;
- ai fini pensionistici, può essere riscattato versando i contributi mancanti;
- durante il congedo, non è consentito lavorare né svolgere altre attività remunerate.
Nel comparto scuola, questo congedo può essere richiesto anche dai supplenti con contratto al 30 giugno o 31 agosto, come precisato dalla circolare INPS n. 32/2012.
Per una guida completa:
Smart working e flessibilità dopo il rientro
Chi usufruisce dei permessi o del congedo straordinario avrà priorità nella concessione dello smart working, se compatibile con le mansioni e l’organizzazione del servizio.
Per la scuola, questo principio potrà applicarsi in modo più flessibile nelle attività amministrative (ATA) o nei progetti di didattica digitale, in linea con il D.Lgs. 105/2022 sulla conciliazione vita-lavoro.
Per una guida completa:
Lavoro agile e Smart Working: Guida completa per ATA e Docenti
Permessi per visite mediche e terapie: cosa resta invariato
Le 10 ore aggiuntive introdotte dalla riforma non sostituiscono i permessi già previsti dal CCNL per visite, esami o terapie, utilizzabili anche da chi non beneficia della Legge 104.
Questi restano pienamente riconosciuti sia per docenti sia per ATA, a tempo determinato e indeterminato.
Per approfondire:
👉 Visite specialistiche docenti e ATA: come funzionano permessi e assenze
Attese le istruzioni operative per le scuole
Entro la fine del 2025, il Ministero della Pubblica Amministrazione e l’INPS dovranno emanare una circolare applicativa con le modalità di richiesta e gestione delle nuove ore di permesso.
Le segreterie scolastiche dovranno aggiornare la modulistica interna e i sistemi informatici (SIDI o NoiPA) per consentire l’inserimento delle 10 ore supplementari nel quadro delle assenze retribuite.
Un passo avanti per un lavoro più inclusivo
La nuova Legge 104 segna un passaggio importante verso un modello di lavoro più umano e solidale, dove il tempo dedicato alla cura o alla malattia non diventa più un ostacolo, ma un diritto tutelato.
Per il mondo della scuola – dove la relazione con le persone è il cuore dell’attività – si tratta di un riconoscimento concreto del valore della salute, della famiglia e della dignità lavorativa.
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