La proposta mira a valorizzare il percorso formativo e a rendere più sostenibile il passaggio alla pensione

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Una riforma del riscatto della laurea a costo agevolato, fissato a 900 euro per ogni anno di studi, potrebbe consentire al personale della scuola e della ricerca di anticipare l’uscita dal servizio e contrastare il burnout.

Un’idea che nasce dal mondo dellap scuola

Nel dibattito sulla previdenza del personale scolastico torna con forza la richiesta di introdurre un riscatto della laurea a costo agevolato. L’obiettivo è duplice: da un lato riconoscere il valore degli anni universitari ai fini pensionistici, dall’altro favorire un’uscita più flessibile e dignitosa per chi, dopo decenni di servizio, affronta le conseguenze dell’età e dello stress professionale.

La proposta, che trova ampio sostegno tra i lavoratori del comparto istruzione e ricerca, prevede un importo fisso di 900 euro per ciascun anno di corso universitario, una misura che ridurrebbe drasticamente la spesa rispetto agli attuali costi, oggi spesso superiori ai 25-30 mila euro complessivi.

Come funzionerebbe il riscatto agevolato

Il meccanismo ipotizzato prevede la possibilità di riscattare gli anni universitari effettivamente frequentati e conclusi con il conseguimento del titolo, escludendo quindi i periodi fuori corso o sovrapposti a rapporti di lavoro.

L’agevolazione si applicherebbe alle lauree triennali, magistrali, diplomi universitari, titoli AFAM, specializzazioni e dottorati di ricerca. L’importo di 900 euro annui sostituirebbe la complessa formula contributiva oggi in vigore, semplificando la procedura e rendendo il riscatto accessibile anche a chi percepisce redditi medio-bassi, come molti lavoratori della scuola.

In termini previdenziali, la misura consentirebbe di anticipare l’età di pensionamento di alcuni anni, riconoscendo i periodi di studio come contributi validi. In prospettiva, l’obiettivo è anche quello di alleggerire la pressione del burnout, fenomeno in forte crescita tra docenti, personale ATA e operatori del settore educativo.

Benefici e possibili criticità

La riforma del riscatto agevolato rappresenterebbe una svolta per migliaia di lavoratori, soprattutto per chi ha intrapreso la carriera scolastica dopo lunghi percorsi universitari o post-laurea.
Oltre al vantaggio economico, la misura avrebbe un valore simbolico: riconoscere l’impegno formativo come parte integrante del servizio reso alla scuola pubblica.

Tuttavia, restano alcune criticità da affrontare. In primo luogo, la copertura finanziaria: ridurre il costo del riscatto significa aumentare la quota a carico dello Stato. Sarà quindi necessario valutare l’impatto sul bilancio previdenziale e la sostenibilità della misura nel lungo periodo.
In secondo luogo, dovranno essere chiariti i requisiti di accesso: chi potrà aderire, se solo i dipendenti in servizio o anche i precari e gli inoccupati, e se l’agevolazione comporterà o meno effetti sull’importo finale della pensione.

Verso una nuova stagione di tutela previdenziale

L’idea di un riscatto della laurea a 900 euro risponde a una richiesta reale del mondo della scuola: garantire equità previdenziale e dignità professionale a chi ha dedicato anni alla formazione prima ancora di entrare in ruolo.

Se approvata, la misura potrebbe aprire la strada a una riforma più ampia della previdenza nel comparto istruzione, riconoscendo le specificità di un lavoro ad alta responsabilità sociale e a forte impatto emotivo.

La scuola, in questo senso, non chiede privilegi, ma strumenti equi per valorizzare il merito, il tempo e la formazione. E il riscatto della laurea a costo ridotto rappresenta un passo concreto in questa direzione.