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Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Istruzione e Ricerca 2022-2024 è in fase avanzata di trattativa presso l’ARAN, con l’obiettivo di aggiornare in modo significativo le retribuzioni del personale scolastico, in particolare del personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario) e dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA).

Le previsioni attuali indicano che gli aumenti stipendiali entreranno concretamente in vigore dal 2026, ma con decorrenza giuridica dal 1° gennaio 2024, garantendo quindi anche gli arretrati relativi al biennio 2024-2025.

Il nuovo contratto, una volta firmato in via definitiva, introdurrà modifiche strutturali alle fasce retributive, alle indennità accessorie e ad alcuni aspetti normativi che incidono sulla vita lavorativa quotidiana dei dipendenti della scuola.

Un rinnovo atteso: il quadro normativo di riferimento

Il rinnovo contrattuale del comparto scuola trova fondamento nell’articolo 40 e seguenti del Decreto Legislativo n. 165 del 2001, che disciplina la contrattazione collettiva per il pubblico impiego, e nell’articolo 48 del CCNL Istruzione e Ricerca 2019-2021, che prevede la ridefinizione delle aree professionali e delle progressioni economiche.

L’attuale fase negoziale riguarda il triennio 2022-2024, ma gli effetti economici — a causa dei ritardi nella chiusura della trattativa — si proietteranno sulle buste paga a partire dal 2026, con pagamento degli arretrati.

Tra i principi guida della nuova intesa figurano:

  • Adeguamento all’inflazione reale;
  • Riconoscimento delle professionalità interne, soprattutto nei profili apicali (operatori, assistenti, funzionari, DSGA);
  • Revisione delle fasce di anzianità, oggi ferme da oltre un decennio;
  • Razionalizzazione delle indennità con l’obiettivo di semplificare il sistema retributivo.

Le nuove tabelle retributive ipotizzate

Secondo le bozze circolate nelle sedi di confronto, la retribuzione tabellare annua del personale ATA verrà ridefinita su sei fasce di anzianità, mantenendo la struttura per profili professionali. Gli importi indicati nelle ipotesi di lavoro sono riportati nella seguente tabella.

Queste cifre non sono ancora ufficiali, ma rappresentano una base di riferimento per comprendere l’impianto complessivo del nuovo sistema retributivo.

Profilo / Anzianità di servizio 0-8 anni 9-14 anni 15-20 anni 21-27 anni 28-34 anni oltre 35 anni
Collaboratori scolastici € 17.413,32 € 18.911,77 € 20.003,46 € 21.101,79 € 21.912,17 € 22.503,43
Operatori scolastici € 17.835,53 € 19.306,67 € 20.422,23 € 21.530,07 € 22.327,20 € 22.934,14
Assistenti amministrativi e tecnici € 19.410,76 € 21.310,96 € 22.748,01 € 24.167,82 € 25.196,62 € 25.986,05
Funzionari e personale di elevata qualificazione (ex DSGA) € 25.425,13 € 28.351,28 € 30.961,00 € 33.753,29 € 36.664,69 € 39.502,22

Le cifre riportate sono calcolate su base annua per 12 mensilità, cui si aggiunge la tredicesima.

Il principio di fondo è garantire una progressione economica più lineare rispetto al passato, premiando la continuità di servizio e riducendo le distanze tra le prime e le ultime fasce di anzianità.

Arretrati e decorrenze

La decorrenza economica del rinnovo è fissata, nella bozza, al 1° gennaio 2024.
Ciò significa che, alla firma del contratto, i lavoratori avranno diritto a percepire gli arretrati maturati per gli anni 2024 e 2025.

Gli arretrati saranno calcolati sulla base dell’aumento tabellare per ciascun profilo e fascia di anzianità, moltiplicato per le mensilità di riferimento.

Per un collaboratore scolastico nella prima fascia (0-8 anni), si prevede un arretrato complessivo stimato tra i 2.000 e i 2.400 euro lordi, mentre per un assistente o funzionario di fascia alta gli importi potranno superare i 3.500 euro lordi.

La liquidazione degli arretrati avverrà tramite emissione straordinaria del MEF – NoiPA, come già avvenuto nei precedenti rinnovi contrattuali.

Aumenti medi e impatto sul potere d’acquisto

L’incremento medio stimato per il personale ATA sarà compreso tra i 110 e i 140 euro lordi mensili, in funzione del profilo e della posizione economica.
Si tratta di un aumento significativo, ma che non compensa completamente la perdita di potere d’acquisto accumulata negli ultimi anni a causa dell’inflazione.

Tra il 2020 e il 2025, secondo i dati ISTAT, il costo della vita è aumentato di oltre il 20%, mentre gli stipendi pubblici sono cresciuti in media di meno del 10%.

Il rinnovo in corso, pur rappresentando un passo avanti, dovrà quindi essere considerato parte di un percorso più ampio di valorizzazione del personale scolastico, che comprende anche le future tornate contrattuali per il triennio 2025-2027.

Indennità e parte accessoria del salario

Oltre all’aumento della retribuzione base, il nuovo contratto prevede una revisione delle indennità accessorie.
Tra i punti più rilevanti si segnalano:

  • Indennità di funzione per i DSGA, con incremento proporzionale alle responsabilità di gestione e coordinamento.
  • Indennità di turno e sostituzione, da rivedere per renderle più aderenti ai carichi effettivi di lavoro.
  • Integrazione del Fondo d’Istituto, che finanzia le attività aggiuntive e i progetti interni.
  • Indennità di vacanza contrattuale (IVC), attualmente riconosciuta come anticipo, verrà assorbita nei nuovi valori stipendiali al momento della firma.

Questi interventi mirano a costruire un sistema retributivo più equo e trasparente, capace di riconoscere l’impegno quotidiano del personale ATA nelle scuole.

Le questioni normative: lavoro agile e contrattazione d’istituto

Parallelamente alla parte economica, il rinnovo del CCNL 2022-2024 affronta anche temi di natura organizzativa e normativa.
Si prevede un rafforzamento del diritto al lavoro agile per le figure che lo consentono, una maggiore tutela per chi opera su più sedi e una revisione del sistema delle relazioni sindacali interne.

La nuova impostazione mira a valorizzare la contrattazione integrativa d’istituto, rendendo più incisivo il ruolo delle RSU e più chiaro il quadro delle competenze tra dirigenti e personale.

Si punta inoltre a una semplificazione delle procedure di assegnazione degli incarichi aggiuntivi e a un maggiore riconoscimento della formazione continua, anche ai fini della progressione economica.

Le criticità ancora aperte

Nonostante i progressi raggiunti, restano diversi nodi da sciogliere:

  • Entità delle risorse complessive destinate al comparto scuola, ritenute ancora insufficienti per coprire pienamente gli aumenti promessi.
  • Disparità tra profili: il personale ATA, in particolare i collaboratori scolastici, continua a collocarsi tra le categorie meno retribuite della pubblica amministrazione.
  • Tempi tecnici: la complessità della macchina amministrativa potrebbe ritardare l’effettiva erogazione degli arretrati e dei nuovi stipendi.

Inoltre, il tema della stabilizzazione del personale precario ATA resta al centro delle rivendicazioni, poiché un contratto più equo non può prescindere da una politica di reclutamento stabile e meritocratica.

Cosa cambia concretamente per il personale ATA

In sintesi, il nuovo CCNL 2022-2024 porterà al personale ATA:

  • Aumenti stipendiali medi tra 110 e 140 euro lordi mensili;
  • Riconoscimento degli arretrati 2024-2025;
  • Nuove tabelle retributive per fascia di anzianità;
  • Maggior valorizzazione dei profili apicali (operatori e funzionari);
  • Riforma parziale delle indennità;
  • Maggiore centralità della contrattazione d’istituto;
  • Avvio di una revisione del lavoro agile e delle condizioni organizzative.

Si tratta di un rinnovo che, pur con i suoi limiti, rappresenta un passo importante verso il riconoscimento del ruolo essenziale svolto quotidianamente da migliaia di lavoratrici e lavoratori della scuola.

Verso il futuro: la necessità di un piano strutturale

L’aumento retributivo previsto dal 2026 non deve essere considerato un punto d’arrivo, ma una tappa intermedia verso una vera riforma del sistema scolastico.
Il personale ATA è la spina dorsale dell’istituzione scolastica: garantisce il funzionamento quotidiano delle scuole, la sicurezza degli ambienti, la gestione amministrativa e tecnica, e il supporto agli studenti e ai docenti.

Per questo motivo, qualsiasi politica di valorizzazione della scuola pubblica deve necessariamente partire dal riconoscimento concreto del lavoro ATA.

L’auspicio è che il nuovo contratto, oltre a tradursi in un miglioramento economico, apra anche una stagione di dignità, tutele e stabilità lavorativa, rafforzando la scuola come comunità educativa e luogo di diritti.

Le ipotesi retributive attuali offrono una prospettiva di crescita, ma la vera sfida resta quella di rendere strutturale il riconoscimento economico e professionale di chi, ogni giorno, contribuisce con competenza e dedizione al funzionamento della scuola italia

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