Via libera alla riforma: dal prossimo anno chi avrà una sufficienza in condotta dovrà affrontare un “compito di cittadinanza”. Valditara: “Rispetto per persone e istituzioni imprescindibile”
La condotta torna al centro del percorso scolastico.
Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva la riforma del voto in condotta, destinata a cambiare le regole dell’ammissione alla classe successiva nella scuola secondaria di primo e secondo grado. A partire dal prossimo anno scolastico, non basterà più ottenere la sufficienza per passare: sarà necessario raggiungere almeno sette decimi nel comportamento.
Gli studenti che otterranno sei in condotta, pur tecnicamente sufficiente, non saranno automaticamente ammessi alla classe successiva: il consiglio di classe sospenderà il giudizio e disporrà l’elaborazione di un compito di cittadinanza, una prova scritta su temi di educazione civica, connessa ai comportamenti scorretti che hanno determinato il voto.
“È un segnale forte e chiaro: nella scuola italiana il rispetto per la persona e per le istituzioni è imprescindibile”, ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha fortemente voluto la riforma.
Il comportamento conta tutto l’anno
La nuova norma introduce una valutazione complessiva della condotta, riferita all’intero anno scolastico, con particolare attenzione a eventuali episodi di violenza o aggressione nei confronti del personale scolastico o degli altri studenti.
L’obiettivo – secondo il Ministero – è quello di restituire valore educativo al voto di condotta, superando una logica meramente punitiva.
Stop alle sospensioni passive: arrivano le attività di cittadinanza
La riforma modifica anche il senso delle sanzioni disciplinari: le tradizionali sospensioni dalle lezioni potranno essere sostituite con attività formative o esperienze di cittadinanza solidale, da svolgere in enti e associazioni indicati dalla scuola.
“Non più strumenti unicamente punitivi – ha spiegato Valditara – ma occasioni di crescita educativa per formare cittadini responsabili e consapevoli. Vogliamo una scuola autorevole, non autoritaria”.
Il “compito di cittadinanza”: che cos’è e come funziona
Tra le novità più significative c’è il cosiddetto compito di cittadinanza, rivolto a chi ha ricevuto un 6 in condotta. L’elaborato – che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere lungo tra 800 e 1.200 parole – dovrà trattare tematiche di educazione civica, quali:
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rispetto delle regole e delle persone,
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analisi delle conseguenze di comportamenti aggressivi,
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cittadinanza digitale e uso corretto della tecnologia,
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proposte di condotta correttiva o attività di volontariato.
Sarà il consiglio di classe, in base all’esito del compito, a decidere se ammettere o meno lo studente alla classe successiva.
La riforma è già operativa e troverà piena applicazione a partire dal prossimo anno scolastico.
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